domenica 13 luglio 2014

Quattro errori della sinistra europea verso la Palestina occupata, S. Zecchinelli



Introduzione

L’imperialismo israeliano, per l’ennesima volta, attacca la popolazione innocente di Gaza; la pulizia etnica della Palestina va avanti con il sostegno incondizionato degli Stati Uniti d’America e dei paesi capitalistici occidentali. Una vergogna che coinvolge le stesse Nazioni Unite e tutte le organizzazioni ‘democratiche’ che si rifiutano di negare l’evidenza sullo Stato per soli ebrei: l’entità sionista calpesta la democrazia e persegue un chiaro progetto neocolonialistico contro i popoli arabi. Difficile capirlo ?

La sinistra occidentale, purtroppo, continua a non prendere una posizione netta: da un lato si dichiara solidale con i palestinesi, ma, dall’altro lato, (1) continua a riconoscere il diritto di Israele ad esistere, (2) non si schiera, in modo aperto, con le organizzazioni politiche palestinesi che combattono l’aggressione militare israeliana.

Rifiutando questa ipocrisia generale dell’occidente non posso che esprimere tutto il mio appoggio alle Brigate al Qassam di Hamas, impegnate, in modo coraggioso, contro la vile incursione militare sionista. In certe circostanze non esistono vie di mezzo: o dalla parte di uno Stato aggressore e colonialista ( Israele ), o dalla parte della Resistenza ( Hamas, Fronte popolare di liberazione palestinese, Jihad islamica ). Il resto, credo, che conti ben poco.

Vediamo, ora, in estrema sintesi, quali sono i maggiori errori ideologici della sinistra europea sul sionismo e sulla Resistenza islamica palestinese.

1. Israele difende gli ebrei ?

Israele, a differenza di quello che dicono molti giornalisti europei, nasce come avamposto colonialistico occidentale. Nulla a che fare con l’olocausto dato che, oltretutto, molti suoi leader ( es. Begin ) avevano simpatie naziste.

Una domanda a tutti i sostenitori – e nella sinistra occidentale furono molti – della tesi ‘Israele ha evitato un nuovo olocausto ebraico’: come mai, lo Stato ebraico, da un lato si proclama ‘antifascista’ ma, dall’altra parte, coltivò rapporti con dittature di estrema destra.

Esempi: Israele appoggiò in Iran lo Scià Reza Pahlavi il quale si rifaceva alla ideologia hitleriana mentre ora demonizza la Repubblica islamica che, fin dalla sua nascita, ritenne il fascismo un male dell’occidente e del nazionalismo del nord del mondo. Non è una contraddizione evidente ?

Israele aveva legami con la dittatura di Somoza, Begin era amico personale di Pinochet e, tutt’oggi, i governi israeliani si rifiutano di chiarire i loro rapporti con la giunta militare argentina.

In Argentina, ai tempi della dittatura militare, morirono ben 2.000 ebrei, come mai Israele ha tollerato tutto questo dando, ugualmente il suo sostegno, ai militari ?

Evidentemente la ‘difesa degli ebrei’ è solo una protesi ideologica. L’imperialismo israeliano non ha problemi a sacrificare l’ebraismo sugli altari del sionismo e della sua borghesia militaristica.

2. Israele esiste, ma davvero non si può fare più nulla per fermarla ?

Questa tesi è sostenuta da molti opportunisti politici; da un lato dicono ‘ammettiamo che Israele commette dei crimini, ma che volete fare, buttare a mare gli ebrei ?’.

Questi signori non sanno che ebrei e palestinesi convivevano in pace da secoli in quei territori ? In realtà, quello che intercorre in Palestina, non è un conflitto fra Islam ed Ebraismo ma fra il colonialismo sionista ed i popoli arabi. Le motivazioni sono sociali, direi di classe e non religiose.

Il fatto che Israele esiste significa ben poco: l’Algeria francese esisteva ed è stata cancellata da una Rivoluzione nazionale e sociale, giusto per fare un esempio. Chi sostiene questa tesi, in realtà, in cuor suo, accetta il colonialismo e l’imperialismo come destino.

L’Algeria francese è stata sconfitta dal Fronte di liberazione nazionale guidato da Ahmed Ben Bella, noi democratici ed antimperialisti aspettiamo che anche la Palestina trovi il suo Ben Bella e fondi uno Stato indipendente e laico.

Che cosa possiamo fare in occidente ? Messa da parte l’ipocrisia dei benpensanti, intanto, possiamo costituire dei Comitati popolari in sostegno dell’Intifada Palestinese. Si può fare molto: io inizierei a chiedere il disarmo dello Stato israeliano che non sarebbe poco per i combattenti palestinesi. Non vi sembra una battaglia democratica sostenibile ?

3. Hamas vuole un emirato islamico ?

La sinistra occidentale non perde occasione per non compromettersi, rifiutando di stare con le forze popolari e proletarie.

Hamas è una organizzazione molto divisa al suo interno e, nonostante, i politicanti si siano avvicinati alla borghesia del Golfo ed alla Fratellanza Musulmana, l’ala militare ha mantenuto forti contatti con gli Hezbollah e l’Asse della Resistenza guidato dalla Siria baathista.

La religione centra ben poco: in Irlanda, l’ IRA era fortemente influenzata dal cattolicesimo sociale, eppure nessuno, a sinistra, gli avrebbe negato appoggio. Perché ora negarlo ad Hamas ?

Le Brigate Al Qassam hanno ingaggiato un dura lotta contro l’esercito israeliano, difendono i loro villaggi, proteggono donne e bambini, sono combattenti eroici che danno la loro vita per una giusta causa, la danno senza chiedere nulla con il solo desiderio di vedere la propria terra libera. Negargli appoggio significa fare un favore ad Israele, allo Stato di estrema destra israeliano.

Soltanto degli ignoranti in malafede possono dire ‘Hamas vuole un emirato islamico’. In realtà, Hamas, cerca di mantenere compatto un ampio movimento patriottico e democratico con, all’interno, forze islamiche, nazionaliste, liberali e, perfino, marxiste. Quale sciocco può credere alla becera propaganda sionista ?

4. Israele ha mai pensato alla pace in Medio Oriente ?

I padri fondatori di Israele dissero, fin dai primi anni ’50, che la forza di questo Stato sta nella distruzione di altre tre entità statuali: Siria, Irak ed Egitto. Tutto questo porterebbe alla realizzazione – nell’ottica di gente come Ben Gurion – della Grande Israele. Inutile farci illusioni: da Israele non verrà mai nessuna proposta di pace.

Tutti i tentavi di pacificazione prevedevano incendi perdite territoriali per il popolo palestinese. Perché bisognerebbe legalizzare un furto così chiaro ?

Tali errori sono molto gravi. Molti ingenui dicono ‘Hamas attaccando non fa altro che provocare dure risposte da parte degli israeliani’. Chi dice questo se fosse vissuto nella Spagna degli anni ’30 che avrebbe fatto: avrebbe proposto una pacificazione fra socialisti e franchisti ?

Forse Hamas, in questo momento, non può vincere militarmente contro gli occupanti israeliani, ma, da tali battaglie sociali, siamo certi che il movimento antimperialista palestinese troverà la forza per riprendersi ciò che gli appartiene.

Conclusione

Il grande scrittore Edwar Said diceva ‘la questione palestinese è la grande questione morale del nostro tempo’. Oggi più che mai dobbiamo fare nostre queste sue parole; il sionismo non è un problema solo per il mondo arabo, ma – e dobbiamo dirlo a gran voce senza paura – per il mondo intero.

Stefano Zecchinelli




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